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BIELLA 13900

Sabato
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Le figure di riferimento

Il ruolo di adulti degni di fede, con cui entrare in positiva alleanza, è fondamentale in ogni percorso di maturazione umana e di discernimento vocazionale. Servono credenti autorevoli, con una chiara identità umana, una solida appartenenza ecclesiale, una visibile qualità spirituale, una vigorosa passione educativa e una profonda capacità di discernimento. A volte, invece, adulti impreparati e immaturi tendono ad agire in modo possessivo e manipolatorio, creando dipendenze negative, forti disagi e gravi controtestimonianze, che possono arrivare fino all’abuso.

Perché ci siano figure credibili, occorre formarle e sostenerle, fornendo loro anche maggiori competenze pedagogiche. Questo vale in particolare per coloro a cui è affidato il compito di accompagnatori del discernimento vocazionale in vista del ministero ordinato e della vita consacrata.

Genitori e famiglia: all’interno di ogni comunità cristiana va riconosciuto l’insostituibile ruolo educativo svolto dai genitori e dagli altri familiari. Sono in primo luogo i genitori, all’interno della famiglia, a esprimere ogni giorno la cura di Dio per ogni essere umano nell’amore che li lega tra di loro e ai propri figli. A questo riguardo sono preziose le indicazioni offerte da Papa Francesco in uno specifico capitolo di Amoris laetitia (cfr. 259-290).

Pastori: l’incontro con figure ministeriali, capaci di mettersi autenticamente in gioco con il mondo giovanile dedicandogli tempo e risorse, grazie anche alla testimonianza generosa di donne e uomini consacrati, è decisivo per la crescita delle nuove generazioni. Lo ha ricordato anche Papa Francesco: «Lo chiedo soprattutto ai pastori della Chiesa, ai Vescovi e ai Sacerdoti: voi siete i principali responsabili delle vocazioni cristiane e sacerdotali, e questo compito non si può relegare a un ufficio burocratico. Anche voi avete vissuto un incontro che ha cambiato la vostra vita, quando un altro prete – il parroco, il confessore, il direttore spirituale – vi ha fatto sperimentare la bellezza dell’amore di Dio. E così anche voi: uscendo, ascoltando i giovani – ci vuole pazienza! –, potete aiutarli a discernere i movimenti del loro cuore e a orientare i loro passi» (Discorso ai partecipanti al Convegno di pastorale vocazionale, 21 ottobre 2016).

Insegnanti e altre figure educative: tanti insegnanti cattolici sono impegnati come testimoni nelle università e nelle scuole di ogni ordine e grado; nel mondo del lavoro molti sono presenti con competenza e passione; nella politica tanti credenti cercano di essere lievito per una società più giusta; nel volontariato civile molti si spendono per il bene comune e la cura del creato; nell’animazione del tempo libero e dello sport tanti sono impegnati con slancio e generosità. Tutti costoro danno testimonianza di vocazioni umane e cristiane accolte e vissute con fedeltà e impegno, suscitando in chi li vede il desiderio di fare altrettanto: rispondere con generosità alla propria vocazione è il primo modo di fare pastorale vocazionale.