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In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

 

Commento

Gesù è l’amico dalla risposta pronta, quello che sa sempre cosa dire, non in maniera banale, ma rivoluzionaria. ” Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”.

Con questa risposta secca e determinata Gesù ci invita innanzitutto a rispettare una pratica, che, purtroppo, anche ai giorni nostri viene esaltata in maniera negativa e che è quella di pagare le tasse.

Cesare, ossia la cosa pubblica, è un bene di TUTTI e per il quale TUTTI dobbiamo contribuire, visto che TUTTI ne usufruiamo. Infatti, spesso e volentieri ci lamentiamo, non ricordandoci che strade, ospedali e scuole, ad esempio, sono state realizzate e vengono mantenute con le tasse che TUTTI dovremmo pagare.

Inoltre, in questo particolare periodo di crisi, penso che come diceva San Vincenzo ognuno di noi debba contribuire a “restituire a ciascuno il proprio posto nella società affinché i poveri non si sentano soli e non si perdano”. Sì, perché non basta non far morire di fame o di freddo i disagiati, ma bisogna aiutarli a inserirsi a pari livello nella società, perchè ad ognuno di essi sia restituita la dignità umana che gli è stata tolta e di cui spesso e volentieri ci dimentichiamo, giustificandoci e incolpando “gli altri”.

Siamo stati creati dall’amore gratuito del Padre e dobbiamo ricordarlo e renderne grazie ogni giorno.

L’amore, la vita, la natura, l’ uomo e la donna e tutti i talenti che essi possiedono non possono essere manipolati da nessun tipo di potere. Nessuno può possederli; essi sono di Dio e a Dio devono essere restituiti. Essi sono doni e per questo dobbiamo essere in grado di usarli per poi con amore farli conoscere anche a chi non ne ha ancora sperimentato la bellezza e che solo grazie ai piccoli nostri gesti quotidiani può farlo.

 

Cristina