Via Don Minzoni, 10/a

BIELLA 13900

Sabato
09:00 – 12:00

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Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Il deserto mi ha sempre fatto un po’ paura. Non che io l’abbia mai visto, sia chiaro, ma la sola idea mi turba assai. Forse a causa del grande silenzio, quel silenzio che preme sulle orecchie e che ormai non siamo più abituati a sopportare. Siamo animali sociali, no? Abbiamo bisogno di comunicare in continuazione, di pensare in continuazione, di muoverci in continuazione. No, a me il deserto non è mai piaciuto. Eppure, ora, viviamo circondati da deserti. Quante persone che conosciamo, con le quali viviamo, alle quali vogliamo bene, sono dei deserti, deserti dove la fede manca come l’acqua.

Volgiamo lo sguardo e vediamo deserti, di quelli silenziosi, spazzati dal vento, dove la parola di Gesù non risuona da tempo, proprio li dove ce ne sarebbe tanto bisogno. Io troppo spesso ho paura di entrare in quei deserti. Ho paura di raddrizzare il sentiero che mi ci porta e gridarci dentro che Gesù viene per salvarci, per salvare tutti. Quante volte ci troviamo fianco a fianco ad un deserto, a scuola, in famiglia, al lavoro, e non abbiamo il coraggio di urlarci dentro che noi crediamo, che credendo non abbiamo il deserto dentro di noi, che credendo non può che crescere in quel deserto un’oasi sconfinata con tanto di palme e datteri. Questo fa Giovanni, grida nel deserto, grida fino a farsi ascoltare dai deserti che la sua gente aveva creato. Dacci, Signore, il coraggio di Giovanni;

dacci il coraggio e le parole per far risuonare la tua Parola nei deserti che vediamo crescere intorno a noi. Così, anche senza peli di cammello, pianteremo un’oasi là dove prima non c’era che sabbia, vento e silenzio.

 

Simone