In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi! ». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato! ». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro ».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Parola del Signore.
In questo vangelo vediamo Gesù che guarisce un lebbroso, la cosa bella è che prima di guarirlo si commuove e prova compassione e come primo gesto gli tende la mano e lo tocca (a quell’epoca toccar un lebbroso era una cosa sconvolgente) come per farsi carico del suo dolore e risponde alla richiesta del lebbroso: “Se vuoi, puoi purificarmi!”, dicendo “Lo voglio, sii purificato!”. È importante osservare come il lebbroso non era arrabbiato con la vita o con le altre persone, ma si abbandona all’amore di Gesù. Gesù capisce che lui è veramente pronto per la guarigione e lo purifica. Questo ci fa capire che non dobbiamo arrabbiarci con Dio se nel nostro cammino troveremo molte difficoltà, forse anche apparentemente insormontabili, ma dobbiamo ancora di più affidarci a Lui.
Nella seconda parte invece vediamo che il lebbroso dopo la guarigione è talmente contento e alleviato dal suo dolore che non riesce a trattenere la gioia che ha nel cuore va infatti a dire a tutti che Gesù lo aveva guarito. Anche questa parte non è da interpretare solo come una disubbidienza che il lebbroso fa a Gesù ma anche qui dobbiamo saper cogliere come il lebbroso dopo la guarigione è ritornato a vivere e non tiene per se tutto quell’amore che gli è stato mostrato da Gesù ma lo urla al mondo, anche noi dobbiamo proclamare l’amore che Dio ha per noi e non possiamo assolutamente tenerlo per noi. Dobbiamo diventare MISSIONARI DELL’AMORE DI DIO!
Stefano